Un approccio cognitivo-comportamentale
Quante volte si sono tentate diete leggendo le rubriche su giornali, consultando le amiche, seguendo le ultime novità in arrivo dagli Stati Uniti, consultando Internet o i social come Facebook o Twitter? Oppure, semplicemente ci si è detto “da domani a dieta, proibito pane, pasta e pizza!”
Sono tentativi che si basano per lo più sul principio di CIBO PERMESSO e CIBO PROIBITO, semplicemente bisogna seguirlo fedelmente e il gioco è fatto!
Ma funzionano queste diete: CERTAMENTE, alla grande!, ma …per quanto tempo? All’inizio, con diete scarse di carboidrati si perde acqua (“ci si sgonfia”, come dicono alcune mie clienti), ma dopo un po’ di tempo ci si ferma. Dopo tanti sacrifici, non si perde più peso, e allora il rischio di sgarrare è molto alto, e si mangiano quei cibi che erano stati proibiti, in gran quantità e senza il piacere di gustarli. Anzi con grande senso di colpa di aver fallito. Spesso ci si dice “ Non riesco neanche a seguire una dieta! Sono una frana un fallimento, tutte riescono a farle solo io non riesco! Sono proprio sbagliata! E’ inutile non ce la farà mai e le diete non fanno per me!”
E giù a consolarsi e ad abbuffarsi con un vasetto di … o qualche tramezzino.
IL nostro peggior nemico non è lo sgarro, ma il senso di colpa che ne deriva, buttiamolo via, nella spazzatura, lì è il suo posto!
Non è la persona che è sbagliata, è quel tipo di dieta che non ha futuro, che è sbagliata per tutti.
Si può pensare ed agire in maniera diversa? Sicuramente: più un cibo viene proibito (dal dietologo, dai nostri cari o peggio ancora da noi stessi) più ci viene voglia di mangiarlo, di trasgredire. E’ perché siamo deboli? Senza forza di volontà? No, perché scateniamo una reazione psicologica molto forte, che si chiama reattanza ed esplode ogni volta che sentiamo che la nostra vita è troppo controllata.
Un approccio diverso
La terapia cognitivo-comportamentale è attualmente considerata nel mondo scientifico l’approccio più efficace e con i risultati più duraturi nel tempo per affrontare i problemi legati all’obesità e al sovrappeso.
Essa si occupa, al contrario di altri metodi, non solo di che cosa mangiare (comportamentale), ma pone l’attenzione ai pensieri, alle convinzioni, alle idee , alle emozioni legate al cibo (cognitivo), in modo da affrontare in modo globale, olistico il problema per costruire insieme, dietologo e cliente, la migliore soluzione possibile alle problematiche portate dal cliente relativamente al proprio peso.
Le nove trappole della dieta
( e come evitarle)
TRE MESI DI DIETA, E POI
Mi basta tirare la cinghia per tre mesi e poi finalmente potrò di nuovo mangiare quello che voglio
Come affrontare questa trappola
In realtà il nostro obbiettivo è mantenere nel tempo il peso che abbiamo perso. Se ricominciamo a mangiare come prima, riprenderemo tutto il nostro peso,spesso con gli interessi.
NO PANE, NO PASTA !
I carboidrati fanno ingrassare. Tolgo completamente pane e pasta e così dimagrisco di sicuro!
Come affrontare questa trappola
In queste affermazioni vi sono tanti errori. I carboidrati, specialmente quelli complessi (pane e pasta) sono una componente fondamentale (più del 55%) della dieta mediterranea. Togliendoli all’inizio ci si sgonfia (si perdono liquidi), ma dopo poche settimane il meccanismo si blocca e non si perde più peso. Tra l’altro circa metà delle proteine che normalmente introduciamo derivano da pane e pasta. Il rischio è che non dimagrendo più, si ricomincia a mangiare, spesso in eccesso, quei cibi che durante la dieta ci siamo negati, sbagliando. E i chili aumentano di nuovo…
DEVO RAGGIUNGERE IL MIO PESO IDEALE
Dottore, quanti chili devo perdere? Quale è il mio peso ideale?
Come affrontare questa trappola
Il peso ideale non esiste! Si tratta del risultato di calcoli matematici che si riferiscono ad una popolazione in generale, ma ognuno di noi è unico e diverso dagli altri. ” Lei deve perdere 30 kg!” quante volte sentiamo questa terribile frase. In realtà esiste il peso ragionevole o naturale che è il peso che si può raggiungere e mantenere nel tempo senza troppa difficoltà. Tutti gli specialisti più autorevoli concordano che basta perdere il 5-10% del proprio peso iniziale per avere grandi vantaggi in termini di salute. Deludente? Troppo poco? Cominciamo a perderli e a mantenerli. A forza di voler perdere ogni volta 30 kg, quanti se ne acquistano in realtà nel tempo?
CIBI PERMESSI, CIBI PROIBITI
Mi hanno detto che per dimagrire non posso assolutamente mangiare alcuni cibi: peccato perchè sono proprio quelli che mi piacciono ….
Come affrontare questa trappola
In dietologia niente è proibito! Sembra solo una frase ad effetto, ma in realtà nessun alimento è proibito, fatto salve alcune situazioni particolari, per malattie molto particolari. Proibirsi un certo cibo, vuol dire aumentare col tempo la voglia di mangiarlo! Quante volte mi sento dire “Dottore, da quando mi hanno proibito i dolci, mi è venuta una terribile voglia di mangiarli, prima non mi interessavano …”. Allora rispondo “Le piace il gelato? Se lo mangi pure,ogni tanto, ma ad un patto: se lo gusti lentamente, alla mia salute!“
NON HO FORZA DI VOLONTA’
Provo tante volte a fare la dieta, ma non ci riesco proprio, non ho abbastanza forza di volontà.
Come affrontare questa trappola
Questa è una delle trappole più subdole. Ci si colpevolizza perchè non si riesce neanche a seguire una dieta. Ci si dice: “Eppure la mia amica ce l’ha fatta!” Il senso di colpa che segue è il peggior nemico della dieta. La forza di volontà non c’entra proprio nulla. L’errore non è nella persona, ma nella dieta troppo rigida e nel modo di affrontarla. Un bravo dietologo non colpevolizzerà mai chi ha di fronte, ma dovrà insegnargli come affrontare le situazioni a rischio e i come combattere i pensieri ingrassanti.
LA DEVO FARE PERFETTAMENTE!
Questa è la volta buona: devo seguire scrupolosamente la dieta e non sgarrare neanche di un biscotto
Come affrontare questa trappola
In psicologia si definisce “pensiero tutto o nulla”, situazione spesso presente nelle persone affette da anoressia e da chi affronta una dieta in modo ferreo: “o la faccio perfettamente o non la faccio!” Quale è il risultato finale: al primo “sgarro” si molla tutto e i chili ritornano inesorabilmente. Il nemico non è lo sgarro, ma come si reagisce ad esso: il senso di colpa conseguente è il vero nemico da combattere. Nel gestire i cibi più calorici ( e chissà perchè più graditi…) bisogna saper chiaramente distinguere tra occasione ed abitudine.
HO UN’ INTOLLERANZA ALIMENTARE
Ho visto che in farmacia fanno i test per l’allergia alimentare: così posso scoprire quali cibi mi fanno ingrassare
Come affrontare questa trappola
E’ una delle trappole che vanno più di moda. “Ingrasso perchè solo allergico a …”
L’intolleranza alimentare a certi cibi non ha alcun legame con l’obesità.
UN PO’ BISOGNA SOFFRIRE
Lo so che sarà dura, che dovrò privarmi dei miei cibi preferiti: ma devo farlo.
Come affrontare questa trappola
Privarsi completamente dei nostri cibi preferiti non dura molto. In realtà quello che fa ingrassare non è un cibo particolare mangiato ogni tanto (ad esempio la pizza con gli amici), ma le piccole abitudini quotidiane. Facciamo qualche esempio. Posso mangiare ogni tanto una pizza, godendomela in copagnia con gli amici. Scielgo una buona margherita, e chiedo di prepararla senza olio aggiunto = circa 400-600 Cal. Al contrario se, per abitudine, mangio un pezzo di formaggio di 50 grammi in più a cena tutti i giorni, giusto perchè è lì sul tavolo … Vediamo che cosa succede: introduco almeno 150 Cal in più al giorno, cioè 1000 Cal alla settimana, 4000 Cal al mese). Considerando che un kg di peso corporeo corrisponde a 7000 Cal, significa circa 6 etti in più al mese, e tutto questo per un pezzo in più di formaggio al giorno. Meglio godersi la pizza con gli amici ogni tanto.
MANGIO A CAUSA DELLO STRESS
Quando sono sotto stress mangio in continuazione: non posso farci nulla!
Come affrontare questa trappola
Molte persone mangiano in seguito ad una emozione negativa ( tristezza, rabbia, ansia,noia ad esempio). In un eccesso di semplificazione la etichettiamo come stress. In termini scientifici si chiama ” eating emozionale“. Dirsi “non devi mangiare!” non serve a nulla. Anzi.
Un bravo dietologo affronta con il proprio paziente anche queste problematiche, cercando di trovare insieme i modi alternativi al cibo più efficaci per affrontare e superare questi momenti difficili.